lunedì 31 maggio 2010

Mercato idrico, la danza è iniziata



La mulitutility Iride e il fondo F2i alla conquista dei servizi idrici italiani grazie alla Legge Ronchi
Matrioske finanziarie che controllano i rubinetti dei cittadini. Con la Legge Ronchi si aprono grandi possibilità d'affari per le aziende del settore servizi con fusioni, accorpamenti, acquisizioni. La gestione dell'acqua si sposta sempre di più nelle mani della borsa, di banche e fondazioni, fondi e manager. Sfugge definitivamente al controllo dei Comuni e dei cittadini.

La prima mossa è di ieri ed ha per protagonista Iride (la multutility “nata dalla integrazione tra Aem Torino e Amga Genova” ovvero tra l'azienda elettrica ex-municipale del capoluogo piemontese e la S.p.A. al 51% pubblica del gas e dell'acqua di quello ligure) e il fondo italiano per le infrastrutture F2i promosso dalla Cassa Depositi e Prestiti (1,8 miliardi di euro di capitalizzazione, sottoscritti in gran parte da banche, fondazioni bancarie e casse previdenziali).
Insieme promuoveranno un accorpamento di tutti i servizi idrici detenuti da Iride e le sue associate e si lanciano nel mercato aperto dalla Legge Ronchi. Acquisizioni e fusioni che verranno ripagate dalle bollette dei cittadini. Perché non c'è altro ricavo, e più sono i rubinetti, più crescono le aggregazioni, più si può “contare in borsa”. Una pura bolla finanziaria gonfiata ad acqua. Seguite bene perché c'è da farsi venire il mal di testa.

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