venerdì 30 aprile 2010

comunicato stampa 30-04

Comunicato stampa

Continua la raccolta firme del Comitato Acqua Pubblica Molise per il referendum a favore della ripubblicizzazione dell’acqua anche nei giorni sabato 1 e domenica 2 maggio. Saranno allestiti dei banchetti per la raccolta firme in varie zone del Molise: Riccia, Isernia, Termoli, Nuova Cliternia, Campobasso, e altri ancora non comunicati.

Inoltre il Comitato, dopo l’ultima riunione, ha riscontrato l’esigenza di tenere un incontro pubblico con gli amministratori locali, quali i sindaci di Campobasso e altri Comuni, il presidente della Regione Iorio, il presidente di Molise Acque Sabatini e altri amministratori regionali, a seguito dei pareri positivi espressi sulla volontà di tutelare l’acqua come bene comune: nella fattispecie, il Sindaco Di Bartolomeo ha apposto la sua firma sottoscrivendo i quesiti referendari, mentre Stefano Sabatini e Michele Iorio hanno dichiarato di non vedere di buon occhio le disposizioni del decreto Ronchi.

Il Comitato, forte delle 2000 firme raccolte nella regione Molise, intende avere un incontro/dialogo con coloro i quali dovranno applicare le eventuali decisioni normative, per poter chiarire e portare a conoscenza dei cittadini le relative posizioni sulla questione dell’acqua pubblica.

Si intende ulteriormente chiarire che il Comitato Acqua Pubblica Molise è uno dei tanti comitati territoriali a sostegno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito nel 2006 ad opera di cittadini, innumerevoli movimenti, reti associative e sindacali (nazionali e territoriali), che propone l’abrogazione dei seguenti articoli di legge:

abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica;

Propone di abrogare la normativa che stabilisce che entro il 2011 la gestione del servizio idrico debba essere obbligatoriamente affidata: a soggetti privati attraverso gara, o a società a capitale misto (pubblico-privato), all’interno delle quali il privato detenga almeno il 40% e la gestione diretta del servizio idrico (art. 5 legge Ronchi). Il pubblico, per statuto, resta vincolato alle scelte del privato.

La norma da abrogare impone, inoltre, che per le società miste collocate in Borsa l’Ente Pubblico non possa detenere la maggioranza delle quote ma, anzi, che debba scendere al 30%.

abrogazione dell’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato

ripubblicizzazione

Propone di abrogare l’articolo di legge che definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni, escludendo la gestione diretta ad opera degli Enti di Diritto Pubblico (salvo casi eccezionali).

L’abrogazione di questo articolo consentirebbe l’affidamento della gestione del servizio idrico anche agli Enti di Diritto Pubblico, favorendo di fatto la ripubblicizzazione con la partecipazione diretta dei cittadini e delle comunità locali.

abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”

eliminare i profitti dal bene comune acqua.

Si tratta di abrogare la parte di normativa che concede ai gestori del servizio idrico un profitto garantito. La legge prevede infatti che i gestori addizionino almeno un 7% all’importo delle bollette quale remunerazione del capitale investito. Ossia, qualsiasi cosa faccia il gestore, questi ha la garanzia di un incasso certo.

I cittadini, da una parte vengono privati del bene comune acqua, e dall’altra sono obbligati, con una maggiorazione della bolletta, a garantire un profitto ai privati.

Abrogando questa norma tariffaria, verrebbe meno uno dei fattori di richiamo delle società private, ossia la garanzia di un introito certo.

Da questo si evince che il Forum conduce una campagna referendaria sul bene comune dell’acqua, che ha fini e obiettivi totalmente diversi dagli altri soggetti che si sono mossi solo successivamente nello stesso campo:

infatti, contrariamente ai quesiti del Forum, che hanno saputo aggregare un’ampia rappresentanza della società, il partito dell’IdV corre da solo.

In merito ai quesiti referendari presentati da Di Pietro, sull' art. 15 del d.l. n. 135, in caso di esito positivo rimarrebbero sostanzialmente in piedi i modelli già esistenti, lasciando inalterato il quadro di mercificazione dell’acqua e del servizio idrico in questo Paese. Invece i quesiti formulati dal Forum dei movimenti per l'acqua hanno come obiettivo dichiarato quello di scardinare suddetti modelli che, seppur con tonalità differenti, orbitano nella dimensione privatistica. Si tratta pertanto di un quesito che non coglie lo spirito di fondo dei referendum presentati dal forum, riportandosi piuttosto alle norme e ai modelli che hanno avviato la privatizzazione nel nostro paese . Non solo, ma in caso di esito positivo l’impianto normativo rimasto in vigore andrebbe contro le leggi che i governi Prodi prima, e Berlusconi poi, hanno dovuto approvare anche a causa delle SpA e Srl a capitale interamente pubblico (in house) o misto, che avevano violato e stanno violando il Trattato Europeo sui principi di libertà di insediamento, stabilimento e concorrenza. Le sentenze della Corte di giustizia Europea, a partire dal 2005, si sono pronunciate contro le SpA e le Srl a capitale interamente pubblico o misto, che in Italia stavano gestendo servizi pubblici locali con affidamenti senza gara pubblica.

Altresì il Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua, quindi anche il Comitato Acqua Pubblica Molise che lo rappresenta sul territorio, si differenziano dalle iniziative del PD sia su scala regionale che nazionale, ricordando che si tratta di un movimento apartitico e i partiti, poiché non facenti parte della società civile, hanno potuto aderire al comitato di sostegno ma non al comitato promotore dei referendum.

Su scala nazionale, infatti, il PD ha lanciato una sua petizione, in concorrenza con la campagna referendaria dei Comitati, per riformare la gestione di questo bene essenziale.

Nei vari punti la sua proposta prevede un ruolo fondamentale delle regioni e degli enti locali nelle scelte di affidamento del servizio idrico integrato nel pieno rispetto dei principi generali, degli standard di qualità, dei livelli minimi essenziali fissati e la gestione industriale del servizio idrico integrato (ossia dell’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue) anche per realizzare economie di scala, assicurare qualità omogenea e controllabile dei servizi, garantire sicurezza degli approvvigionamenti idrici ed efficienza nella depurazione.

È evidente che la proposta del PD non esce dal paradosso della pubblica utilità della risorsa "acqua" congiunta alla sua gestione privata. Ribadisce la necessità che le risorse idriche vengano gestite secondo logiche di mercato, in modo industrialista.

La forza della campagna referendaria promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è proprio la chiarezza della sua impostazione, il messaggio semplice e diretto che riesce a comunicare ai cittadini e ai lavoratori, e che trova spontanea adesione in convinzioni per fortuna ancora largamente radicate: riguardo i beni comuni e i servizi pubblici essenziali non ci si può affidare alle mere logiche economiche del mercato e del capitale, non si deve consentire a nessuno di fare profitti. La campagna referendaria è solo il primo passo di un percorso tutt'altro che scontato, in cui non mancheranno strettoie istituzionali che cercheranno di bloccare o di deviare questo movimento. E' bene sapere fin da ora che non sarà facendo affidamento sulle disponibilità interessate che potranno venire dal PD o dall'IdV che questa battaglia potrà vincere, ma soltanto facendo leva sulla mobilitazione che riuscirà a costruire dal basso nel Paese, e per la quale la chiarezza dei contenuti e delle prospettive è una condizione imprescindibile.

Qualora dovessero passare i 3 quesiti referendari del Forum non si tornerà alle leggi preesistenti ma di fatto si creerà un vuoto normativo, che dovrà essere colmato con l’emanazione di nuove leggi. Ma poiché già dal 2007 giace una proposta di legge di iniziativa popolare a favore dell’acqua pubblica sottoscritta da 400.000 persone, sarà giocoforza e c’è la speranza che il parlamento lavori attorno a questo testo.

Speriamo che il nostro appello possa essere accolto ed è nostra unica intenzione fare definitivamente chiarezza sulla questione che tende a confondere i cittadini, senza voler entrare in polemica con nessuno. Pur non ricevendo la rilevanza mediatica necessaria, siamo convinti di poter portare a termine con successo la raccolta confortati dal fatto che sono state oltre centomila le firme raccolte nel solo fine settimana della Liberazione in centinaia di piazze italiane. Manca ancora molto, ma con l’impegno di tutti i cittadini si può raggiungere l’obiettivo minimo delle 500000 firme.

Come dice Alex Zanotelli nel suo appello in favore dei referendum:

mobilitiamoci! È l’anno dell’acqua!


Informazioni sui banchetti presenti questo fine-settimana in Molise

SABATO 1 MAGGIO

CAMPOBASSO piazza Municipio, dalle ore 9.00 ale 13.30 e dalle ore 16.30 alle ore 21.00

TERMOLI, piazza monumento

NUOVA CLITERNIA

DOMENICA 2 MAGGIO

CAMPOBASSO piazza Municipio, dalle ore 9.00 alle 13.30

Chiunque volesse segnalare un banchetto può farlo inviando una mail a comitatoacquapubblicamolise@gmail.com

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