venerdì 7 maggio 2010

continua la raccolta firme


Prosegue la raccolta firme del Comitato Acqua Pubblica Molise anche nel fine settimana dell' 8 - 9 maggio in molti comuni della nostra piccola, ma molto attiva, regione (di fianco la mappa delle firme raccolte rispetto all'obiettivo finale, regione per regione). Saranno allestiti banchetti per la raccolta firme a Termoli, Isernia, Campobasso, Agnone, Fossalto e altri comuni.

Ancora una volta ci teniamo a sottolineare che il Comitato rappresenta il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, formato da numerosi cittadini ed associazioni che si mobilitano, al di fuori dei partiti, per poter decidere il futuro dell'acqua attraverso i referendum. Alcuni sostengono che il referendum non sia più uno strumento adeguato per riportare nelle mani dei cittadini il potere di prendere le decisioni, ma di fronte a 250 000 firme raccolte in sole 2 settimane (in realtà principalmente in 4 giorni)possiamo affermare che esso ha ancora l'efficacia adeguata per tutelare gli interessi della popolazione.

Inoltre ricordiamo a tutti di informarsi bene su ciò che stanno firmando: sono presenti nelle piazze italiane banchetti di alcuni partiti politici che mandano in confusione i cittadini. Noi vogliamo precisare dicendo che la nostra raccolta firme NON E' LA STESSA COSA.

Contrariamente ai quesiti del Forum, che hanno saputo aggregare un’ampia rappresentanza della società, il partito dell’IdV corre da solo.In merito ai quesiti referendari presentati da Di Pietro, sull' art. 15 del d.l. n. 135, in caso di esito positivo rimarrebbero sostanzialmente in piedi i modelli già esistenti. Invece i quesiti formulati dal Forum dei movimenti per l'acqua hanno come obiettivo dichiarato, di scardinare questi modelli che, seppur con tonalità differenti, orbitano, nella dimensione privatistica. Si tratta pertanto di un quesito che non coglie lo spirito di fondo dei referendum presentati dal forum, riportandosi piuttosto alle norme e ai modelli che hanno avviato la privatizzazione nel nostro paese (riassunto tratto da Alberto Lucarelli, il Manifesto).Non solo. In caso di esito positivo, l’impianto normativo che resterebbe in vigore andrebbe contro le leggi che i governi Prodi prima e Berlusconi poi hanno dovuto approvare anche a causa delle SpA e Srl a capitale interamente pubblico (in house) o misto, avevano violato e stanno violando il Trattato Europeo sui principi di libertà di insediamento stabilimento e concorrenza. Le sentenze della Corte di giustizia Europea, a partire dal 2005, si sono pronunciate contro le SpA e le Srl a capitale interamente pubblico o misto che in Italia stavano gestendo servizi pubblici locali con affidamenti senza gara pubblica. Per i non addetti, queste SpA e Srl, facendo, per il codice civile Italiano, attività di impresa e commercio, stanno esercitando, concorrenza sleale.In altre parole, i referendum IdV finiscono con il promuovere una vera e propria sfida anche al Trattato Europeo.

il PD ha lanciato una sua petizione, in concorrenza con la campagna referendaria dei Comitati, per riformare la gestione di questo bene essenziale. Nei vari punti la sua proposta prevede un ruolo fondamentale delle regioni e degli enti locali nelle scelte di affidamento del servizio idrico integrato nel pieno rispetto dei principi generali, degli standard di qualità, dei livelli minimi essenziali fissati e la gestione industriale del servizio idrico integrato (ossia dell’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue) anche per realizzare economie di scala, assicurare qualità omogenea e controllabile dei servizi, garantire sicurezza degli approvvigionamenti idrici ed efficienza nella depurazione. È evidente che la proposta del PD non esce dal paradosso della pubblica utilità della risorsa "acqua" congiunta alla sua gestione privata. Ribadisce la necessità che le risorse idriche vengano gestite secondo logiche di mercato, in modo industrialista.

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