Il Comitato Acqua Pubblica Molise, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Regione Iorio sul referendum contro la privatizzazione dell’acqua, intende precisare che la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato presuppone una proprietà pubblica solo di tipo formale e non sostanziale. Se l'acqua e le reti sono e rimangono di proprietà dello Stato, in caso di privatizzazione del servizio è il gestore che prende decisioni.
Per questo riteniamo che tale referendum non sia una battaglia di tipo ideologico, ma al contrario un’azione concreta volta alla difesa di un bene comune.
E se l'acqua è una risorsa primaria essenziale alla vita e un diritto umano inalienabile, per il quale la Regione Molise predilige la gestione interamente pubblica, così come è dichiarato nella Legge regionale n. 28 del 2006, allora nessuno può disporne in maniera esclusiva. Ciò che è comune è di tutti e quindi tutti sono tenuti a decidere.
Le esperienze di gestione di tipo privata o mista, che in Italia sono iniziate da circa 15 anni, causano un aumento delle tariffe, una diminuzione della qualità dell’acqua e degli investimenti, una riduzione dell’occupazione; alle società private spetta invece la remunerazione del capitale investito pari al 7%, pagato dai cittadini in bolletta.
Così come previsto dalla Legge Ronchi (n. 166/2009), che ha modificato l'art. 23-bis (Legge 133/2008) che il referendum intende abrogare, la cessione della gestione dell’acqua ad una società privata apre definitivamente la strada ad un processo dal quale non si potrà più tornare indietro. Permettere ad un privato di entrare nella gestione di tale bene significa esternalizzare un servizio e perdere un know-how fondamentale per intervenire con scelte di carattere pubblico a difesa dei cittadini.
Crediamo che le dichiarazioni del Presidente Iorio risultino ancora più sconcertanti a fronte della volontà espressa da 9000 cittadini molisani, che hanno firmato a sostegno dei quesiti referendari.
Per questo motivo chiediamo al Presidente della Regione di aspettare l'esito del referendum prima di ripensare il modello di gestione del servizio idrico integrato, che noi ribadiamo debba essere di carattere pubblico e partecipato da parte dei rappresentanti dei cittadini e dei comuni.
Chiediamo al Presidente della Regione di ascoltare la volontà dei cittadini che hanno scelto di esprimersi attraverso il referendum e di non agire secondo logiche di partito o economiche, a solo vantaggio di pochi.
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